Quando si decide di sostituire o di installare infissi e serramenti, ci sono diverse opportunità di risparmio. Oltre ai bonus casa, che permettono di avere delle scontistiche consistenti nell’installazione di porte e finestre, ci sono anche dei vantaggi dal punto di vista dell’IVA, che può ridursi fino al 4%.

Le modalità di applicazione dell’IVA sugli infissi genera tuttavia un po’ di confusione, sia nel cliente sia nella ditta che realizza o installa infissi e serramenti. L’aliquota è infatti differente a seconda dei requisiti dell’acquirente, della tipologia di immobile e del tipo di interventi che si effettua sull’abitazione. Esistono tre percentuali d’IVA da poter applicare: ordinaria al 22%, agevolata al 10% e agevolata al 4%.

Per realizzare una fattura corretta ed evitare sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate è fondamentale conoscere i casi di applicazione e fare dei calcoli precisi per consentire al cliente di usufruire dei vantaggi previsti dallo stato.

Per aiutarvi nel capire come applicare l’Imposta sul Valore Aggiunto, abbiamo realizzato una guida pratica per conoscere nel dettaglio come si applica l’iva sui serramenti, valutando caso per caso.
Prima, però, di arrivare alla descrizione delle casistiche più importanti e frequenti in merito all’applicazione dell’IVA, è necessario fare una premessa che aiuti a capire la classificazione dei prodotti che riguardano gli infissi.

Lo stato, infatti, distingue due principali categorie di prodotti: i beni significativi, che sono oggetto dell’aliquota al 22% e le parti staccate, che invece prevedono l’applicazione dell’IVA al 10%.

I beni significativi: quali sono

Il D.M 29 dicembre 1999 contiene l’elenco dei beni che sono considerati significativi in un immobile:

  • ascensori e montacarichi;
  • infissi esterni ed interni;
  • caldaie;
  • videocitofoni;
  • apparecchiature di condizionamento e ricircolo dell’aria;
  • sanitari e rubinetterie da bagno;
  • impianti di sicurezza.

Fatte salve alcune eccezioni che vedremo in seguito, su questi beni si applica tassativamente l’IVA al 22%.

Parti staccate dei beni significativi: cosa sono

Rientrano in questa categoria tutti i beni forniti nel processo di installazione e manutenzione ordinaria e straordinaria di immobili a destinazione abitativa e inseriti in un contratto di fornitura e posa, che non sono inclusi nell’elenco dei beni significativi.
Parliamo quindi di tapparelle, scuri, veneziane, zanzariere, inferriate, grate di sicurezza, controtelai ed elementi di finitura. Per tutti questi beni l’IVA da applicare è al 10%.

Su questo aspetto c’è però un’integrazione da fare: gli elementi che non rientrano tra i beni significativi potrebbero anche essere strutturalmente legati all’infisso, perché sono fissati e realizzati insieme o perché senza l’uno l’altro non può funzionare. In questo caso andrebbe applicata un’IVA mista. Per risolvere il problema e non rischiare sanzioni, è fondamentale inserire in fattura la specifica “non strutturale” che consente di ridurre l’IVA al 10%, che viene così certificata da un professionista e non può esserci rivalsa da parte dell’Agenzia delle Entrate. Da sottolineare che anche i servizi di posa e montaggio vengono inseriti in questa sezione e possono quindi applicare l’IVA al 10%.

Il valore dei beni significativi: come si calcola

L’Agenzia delle Entrate sancisce che il valore del bene significativo è la somma del costo delle materie prime e della manodopera necessaria per realizzare il prodotto. Per calcolare in maniera corretta l’applicazione dell’IVA sui prodotti che stiamo analizzando, cioè gli infissi, è necessario valutare bene il valore dei beni significativi, perché dal conteggio va escluso il valore del ricarico, che è indipendente dal costo di produzione. Va dunque valutato in fattura questo aspetto, anche per avere più chance di poter applicare un’IVA più bassa sui serramenti.

Per un’azienda produttrice di serramenti ed infissi nella determinazione del valore vanno aggiunti i cosiddetti costi indiretti, ossia gli ammortamenti per macchinari e affitti. Restano tuttavia esclusi i costi amministrativi e di distribuzione del prodotto.

Per un’azienda che invece rivende i serramenti, stabilire il valore del bene significativo è più semplice, considerando che corrisponde al suo prezzo d’acquisto, che non va confuso con il prezzo di vendita.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, infatti, il margine del Mark Up, ossia il venditore, va escluso dal valore totale del bene significativo.
In pratica, se si acquista un serramento di 1.000€ e viene rivenduto a 1.300€, la cifra del bene significativo è di 1.000€ e i 300€ di ricarico vanno a confluire nell’aliquota iva per la sostituzione di infissi al 10%.
Diminuisce così il valore del bene significativo e aumenta quello della posa e dei servizi, aumentando la possibilità che si possa applicare all’intera fattura l’IVA del 10%.

Applicare l’IVA sugli infissi: tutti i casi

Dopo aver distinto le due macro categorie che riguardano gli infissi, andiamo a valutare caso per caso quali considerazioni fare per una corretta applicazione dell’IVA in fattura.

Calcolo dell’IVA sugli infissi della prima casa

L’IVA per gli infissi sulla prima casa è in regime agevolato, secondo quanto stabilito dal D.P.R. 633/1972 che prevede l’applicazione dell’IVA al 4% sul serramento, sugli accessori e sui servizi collegati.
L’agevolazione è possibile sia su una nuova costruzione sia su un immobile da ristrutturare e/o ampliare, a patto che, al termine dei lavori, la parte ampliata non costituisca un’unità immobiliare a sé e che l’edificio non venga classificato come bene di lusso.

Calcolo dell’IVA su infissi per una nuova costruzione, non prima casa

A seconda del tipo di fornitura, in questo caso, possiamo avere un’IVA al 4% o al 10%.
Il 4% si applica sulla sola fornitura di serramenti, o sulla fornitura + posa in opera dei serramenti per un’impresa che costruisce e poi rivende. Il 10% si applica, invece, sulla fornitura e la posa in opera di serramenti per soggetti differenti dall’impresa edile che costruisce per rivendere.

Calcolo dell’IVA su serramenti per immobili rurali

Nel caso in cui la fornitura di serramenti, con o senza posa, sia destinata alla costruzione di un edificio rurale ad uso abitativo del proprietario del terreno o di chi lo coltiva, l’IVA è al 4%.

Calcolo dell’IVA su edifici Tupini

Quando si parla di fabbricati Tupini si intendono gli immobili costituiti sia da unità abitative sia da negozi o uffici, con specifiche limitazioni:

  • non devono essere classificati come edifici di lusso;
  • almeno il 50% dei piani oltre il primo devono essere unità abitative;
  • non più del 25% delle unità sopra il piano terra dev’essere destinato a negozi.

Questa tipologia di fabbricati usufruisce dell’IVA sugli infissi al 10% sia per la sola fornitura sia per la fornitura e la posa in opera.

Calcolo dell’IVA su infissi per manutenzione

Nel caso in cui la sostituzione o la riparazione degli infissi rientri in attività di manutenzione ordinaria o straordinaria, si applica l’IVA al 10% sia per i beni sia per i servizi di manutenzione collegati, con l’eccezione di una parte della quota del valore dei beni significativi, alla quale verrà applicata l’IVA al 22%.

Calcolo dell’IVA su infissi per ristrutturazione e restauro

Quando l’immobile è oggetto di restauro o di riqualificazione energetica si può applicare l’IVA al 10% sia sui beni significativi sia sui servizi ad essi correlati, anche senza contestuale posa in opera.
L’unico vincolo per ottenere questa percentuale è quello di avere a disposizione il titolo abitativo, ossia quell’insieme di pratiche amministrative che sono necessarie, in edilizia, per eseguire qualunque tipo di intervento riguardi un immobile.

Calcolo dell’IVA sulle opere di urbanizzazione

L’installazione dei serramenti potrebbe avvenire anche durante la realizzazione di opere di urbanizzazione, ossia la realizzazione di tutti quegli impianti e servizi necessari a rendere abitativo un edificio.
In questo caso agli infissi si applica l’iva al 10%, per interventi di fornitura di serramenti e di fornitura e posa in opera dei serramenti.

In quali casi l’IVA resta al 22%

L’IVA rimane al 22% nelle seguenti situazioni:

  • fornitura di serramenti con o senza posa in opera su immobili classificati come case di lusso;
  • fornitura di serramenti con o senza posa in opera per la realizzazione di uffici o altre tipologie di immobili che non rientrano nelle situazioni sopra elencate;
  • fornitura di serramenti anche con posa in opera per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di edifici che non hanno destinazione abitativa, come ad esempio uffici, negozi, laboratori;
  • interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per l’installazione di sole finestre, senza posa in opera contestuale su immobili con destinazione abitativa.

Le modalità di fatturazione

Per fatturare in maniera corretta la fornitura e la posa di serramenti nell’ambito di una manutenzione ordinaria e straordinaria di un edificio destinato ad abitazione, è necessario separare il valore dei beni significativi dai beni e servizi prestati congiuntamente.
Questo perché, per gli infissi, l’IVA è al 10% su beni e servizi forniti in contemporanea all’installazione e su un’uguale quota del valore significativo del bene. Deve invece figurare al 22% l’IVA sulla quota residua dei beni significativi.

Una corretta stesura della fattura, con l’indicazione esatta di ogni voce di spesa, è dunque utile per far risparmiare, ove possibile, il cliente e anche per avere un minore impatto dell’IVA ove previsto.
Va inoltre sottolineato che, se il valore dei servizi e dei beni non significativi supera il valore del bene significativo, l’intera fattura sarà ivata al 10%.
L’Agenzia delle Entrate ha poi indicato anche le modalità di inserimento del ricarico, che si ottiene calcolando la differenza tra il costo di produzione del bene e il prezzo di vendita. Tale cifra va inserita sotto la voce “manodopera”.

Se l’intervento interessa, invece, solo le parti staccate dell’infisso, l’intera fattura avrà un’iva agevolata del 10%. Per correttezza è consigliato specificare nella fattura i dettagli delle singole voci, così è tutto più chiaro ad un eventuale controllo dell’Agenzia delle Entrate, scongiurando eventuali rivalse sulla fattura.

Esempi di fatturazione dell’IVA sui serramenti

Alla luce di quanto sopra indicato, valutiamo alcune casistiche per quanto riguarda la fatturazione.

Caso 1. Il valore degli altri beni supera il valore significativo dell’infisso.

In questo caso la percentuale d’IVA da considerare è al 10%. Per avere la certezza del riconoscimento dell’IVA agevolata il consiglio è di indicare sempre in fattura se il bene è strutturalmente o non strutturalmente integrato al serramento oggetto dell’intervento.

Ecco uno schema esemplificativo di come va impostata la fattura:

1 Finestra come bene significativo  € 1.00,00
1 Cassonetto e accessori – non strutturalmente integrati al serramento € 300,00
1 Zanzariera – non strutturalmente integrati al serramento € 100,00
1 Grata di sicurezza – non strutturalmente integrati al serramento € 200,00
Posa e servizi € 800,00
Totale imponibile  € 2,400
   
IVA al 10% su parti staccate – posa e servizi pari a € 1.400,00 € 140,00
IVA al 10 % sul valore intero del serramento
(considerando che in questo caso il suo importo totale è minore)
€ 100,00
Totale fattura € 2.640,00

 

Caso 2. Il valore del serramento non supera il valore del bene significativo

In questo caso si applica la cosiddetta IVA mista, perché bisogna distinguere tra il valore del bene significativo e il costo dei servizi e della posa.

1 Serramento (bene significativo ex DM 29/12/1999) € 1.300,00
1 Persiana esterna – non strutturalmente integrati al serramento € 350,00
Elementi di finitura estetica – non strutturalmente integrati al serramento € 50,00
Posa e servizi € 800,00
Totale imponibile  € 2.500,00

 

IVA al 10% su parti staccate – posa e servizi pari a
€ 1.200,00
€ 120,00
IVA al 10 % su parte corrispondente del bene significativo pari a 1.200 € 120,00
IVA al 22% su parte residua del serramento pari a € 100,00 € 22,00
Totale fattura € 2.762,00

Case 3. Applicazione dell’IVA sugli accessori e sulle parti staccate

Redigere la fattura in questo caso è molto più semplice, perché le parti staccate e tutti gli accessori che risultano non strutturalmente integrati al serramento vengono tassati con un’IVA al 10%.

Si avrà pertanto la seguente situazione:

Grata € 100,00
Scuri € 400,00
Zanzariera € 150,00
Posa e servizi € 200,00
Totale imponibile  € 850,00
   
Iva al 10% € 85,00
Totale fattura € 935,00

 

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